Mercato dell’auto: è ancora crisi, malgrado gli incentivi
Vendite auto a -28.1% rispetto a luglio 2019
Il mercato dell’auto non ha ancora imboccato la via della ripresa: dopo lo stop imposto dalla pandemia nel 2020 la domanda di nuove auto in luglio 2021 segna un -28.1% rispetto allo stesso mese del 2019. Le immatricolazioni dei primi sei mesi di quest’anno hanno registrato un calo del -19.5% rispetto allo stesso periodo del 2019, quindi prima degli effetti della pandemia.
In questo scenario da brividi, nel mercato italiano automotive solo i pochi brand che vedremo a breve registrano un incremento di vendite, tutte le altre marche segnano numeri negativi, spesso vere e proprie stangate ai fatturati.
L’UNRAE, l’associazione delle case estere attive in Italia, lamenta incentivi poco incisivi che non possono essere considerati sufficienti, vista l’esiguità delle risorse assegnate alla decarbonizzazione e alla gestione di quella che si prospetta come una lunga fase di transizione verso un’elettrificazione generalizzata del comparto automotive.
Neanche l’usato, forse in attesa dei nuovi incentivi assegnati dal governo a partire da settembre, sembra poter incidere positivamente sulla crisi del comparto.
Ulteriori dettagli: chi ha comprato a luglio?
O meglio, osservando i dati nel dettaglio, ci si dovrebbe chiedere chi non ha comprato a luglio? Ebbene, analizzando i dati nel merito e scorporando le vendite sulla base dei canali di distribuzione si può evincere che le immatricolazioni di luglio dovute ai privati hanno segnato un -20.8% rispetto allo stesso mese del 2020 e un ancor peggiore -27.4% rispetto a luglio 2019.
Le società di noleggio, viceversa, fanno registrare una ripresa delle immatricolazioni rispetto al luglio 2020, come per altro sarebbe lecito attendersi in forza del dato pandemico dell’anno scorso, segnando un -27% di immatricolazioni rispetto al 2019.
Le altre società, non di noleggio quindi, registrano una ripresa degli acquisti rispetto al 2020 ma ancora un dato fortemente negativo rispetto al dato prepandemia di luglio 2019: -31.7% di immatricolazioni.
E le alimentazioni? Auto elettriche, ibride benzina e diesel
Sul fronte del tipo di alimentazione, probabilmente anche in considerazione del dato precedente sulla tipologia di compratori, il segno positivo lo confermano sicuramente le auto elettriche e quelle plug-in ibride, che perciò ringraziano ancora il sostegno dell’ecobonus: le auto alimentate esclusivamente dal motore o da motori elettrici, le cosiddette BEV, Battery Electric Vehicle, a luglio fanno segnare un +3.5%, laddove le PHEV, Plug-in Hybrid Electric Vehicle, portano a casa un +4.2%; queste ultime, le ibride, in luglio hanno venduto 38662 esemplari, un 35% circa dell’intero mercato.
Per queste categorie virtuose di autoveicoli le quote di mercato sono sicuramente le più promettenti: 4.6% del mercato per le BEV, con un complessivo 3.5% nei primi 7 mesi; 5.6% per le PHEV, 4.4% nei primi 7 mesi, grazie soprattutto agli acquisti delle società di noleggio; 29.4% per le Full Hybrid, cresciute rispetto al 27.6%, ovvero alla quota di venduto sull’intero periodo dei primi 7 mesi.
Benzina e diesel, come ci si poteva attendere, vedono ulteriormente ridimensionate le loro quote di mercato anche in quest’ultimo mese di luglio, con quote del 27.4% e del 22.7%, rispettivamente, con un decremento che conferma il declino: -55.9% e -56.2% rispetto al 2019. Persino le motorizzazioni a metano non vedono motivi per gioire: -44.2% di quota rispetto a 2 anni prima.
È chiaro che il trend generalmente registrato fin qui quest’anno risente sia del sentiment generale, con una forte spinta verso le auto più efficienti e rispettose dell’ambiente, sia degli incentivi a favore dei modelli più ecologici, ovvero quelli elettrici o parzialmente elettrici. Inoltre, i rumors sull’imminente varo di incentivi a sostegno generalizzato del mercato italiano dell’auto in arrivo a settembre, concretizzatosi nel Sostegni Bis con l’estensione all auto usate Euro 6, possono aver rappresentato un’ulteriore freno all’acquisto.
Un’occhiata ai trend delle categorie d’auto
Anche in luglio sono state confermate quelle che appaiono le auto preferite dagli italiani: SUV, Crossover e fuoristrada incrementano ancora la propria quota di mercato rispetto alle vendite dei primi sei mesi; l’ultimo dato parla di una quota del 51%.
Le berline appaiono invece inchiodate al 45% del totale, un dato che non sorprende proprio in considerazione della crescita inarrestabile di SUV e Crossover nelle preferenza d’acquisto degli italiani.
Andamento di mercato: chi gioisce e chi no tra le marche e i gruppi
Le immatricolazioni di luglio ammontano a 110292 esemplari, contro le 153331 dello stesso mese del 2019, un ridimensionamento monstre del -28.1%. Un quadro nero o quanto meno poco roseo per tutti, ma con alcune significative eccezioni: costruttori come BMW Group, 5416 +3%, Mazda 1.012, +9,52%; DR Motor 683, +11,60%; Ferrari 80, +21,21% e Great Wall, sole 82 vetture piazzate ma un più che raddoppio pari al +110,26%, per l’ambiziosa casa cinese che non pochi anni fa ambiva ad acquistare Jeep dall’allora FCA. Questi produttori hanno certo, chi più chi meno, ottime ragioni per esultare.
Sicuramente più di altri gruppi, come Volkswagen, che in luglio perde con un -22.46% rispetto al 2019 e ancor di più Stellantis, che a una prima occhiata sembra precipitare nelle preferenze d’acquisto degli italiani, 39939 auto vendute, -31.91% di quota di mercato. In Stellantis bisogna tuttavia citare l’eccezione rappresentata da DS, che porta a casa un +32.55%, ma con numeri francamente poco incisivi: 395 vetture vendute nel mese di luglio e 2830 nei primi 7 mesi, +20.79% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Vendite ancora in calo e anche l’usato non smentisce la crisi
Se le immatricolazioni, con poche eccezioni che abbiamo visto, non fanno gioire, anche le vendite dell’usato purtroppo non sembrano voler dar sollievo al mercato.
Il secondo trimestre del 2021 registra una perdita del -4% rispetto al 2019: siamo lontani dalla debacle delle immatricolazioni, ma pur sempre di una contrazione si tratta. Un dato in parte inatteso, dopo il +15.5% di giugno rispetto allo stesso mese del 2019.
Tanto l’usato quanto il nuovo segnano naturalmente un incremento rispetto all’anno scorso, un confronto tuttavia viziato dal dato pandemico del 2020, con vendite che allora erano precipitate in forza dei lockdown e dell’impossibilità di circolare liberamente. Per non dire dell’incertezza sulle prospettive economiche.
Il dato corretto, come s’è visto, è quello che si ricava dal confronto con il 2019, quando le vendite non erano ancora state viziate dall’emergenza.